Che cos’è lo Spread

Il termine inglese “Spread” significa letteralmente: differenza o divario.
In italia si utilizza anche il termine spread per indicare la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita di uno strumento finanziario come azioni, obbligazioni o valute.
In altre parole, lo spread rappresenta la differenza fra due valori.
Lo spread è traducibile anche come il margine di guadagno che un intermediario finanziario o un trader può ottenere comprando e vendendo lo strumento finanziario in questione (es. il guadagno della banca sul mutuo erogato).

Lo spread può essere espresso in termini percentuali o in valuta assoluta e può variare in base alla liquidità del mercato, alla volatilità degli strumenti finanziari e alla domanda e all’offerta di tali strumenti.

Lo spread di cui più sentiamo parlare è quello legato ai titoli di stato di due paesi diversi il quale indica la differenza tra il tasso di interesse che essi offrono ai propri investitori.
Ad esempio: lo spread tra i BTP (buoni del tesoro poliennali) italiani a dieci anni e il Bund tedesco della stessa durata.

Dato che la Germania è ritenuta la nazione più stabile dal punto di vista economico, si utilizza il Bund come parametro di riferimento.

Come si calcola lo Spread?

Lo spread viene espresso in punti base.
Il calcolo dello spread tra i titoli di stato per punti base si esegue sulla differenza dei rendimenti dei titoli stessi.

Per calcolare lo spread tra titoli di stato in punti base è necessario innanzitutto calcolare il tasso di interesse che un titolo di stato offre agli investitori e determinare quindi il rendimento.

Successivamente effettuare la stessa valutazione per il Bund, il quale abbiamo detto essere il parametro di riferimento.

Una volta trovati i due rendimenti è necessario sottrarre il rendimento del titolo di stato del paese meno remunerativo dal rendimento del titolo di stato del paese più remunerativo (ovvero il Bund)..

Rendimento Bund – Rendimento Titolo di stato X

Infine è necessario convertire la differenza dei rendimenti in punti base.

Un punto base corrisponde sempre a una differenza tra i due rendimenti dello 0,01%.

Ad esempio: se il Bund di 10 anni rende l’1% mentre il BTP italiano sempre a 10 anni rende il 3%, lo Spread sarà pari a 200 punti base ovvero il 2% di differenza.

Perché lo Spread aumenta?

Quando lo spread aumenta, significa che il rischio per gli investitori di puntare sui titoli di stato italiani è aumentato rispetto a quello di investire nei titoli di Stato tedeschi.
Questo avviene perché l’economia italiana è più instabile e viene percepita quindi meno sicura.

I periodi in cui lo spread subisce una crescita vertiginosa sono quelli in cui il paese attraversa periodi di incertezza, spesso legati alle situazioni politiche della nazione.

I fattori che influenzano lo Spread

I principali motivi per cui lo spread cresce sono i seguenti:

  • Instabilità politica: l’Italia ha avuto una lunga storia di instabilità politica e ciò influenza negativamente la percezione degli investitori sulla solidità del paese.
  • Debito pubblico: il debito pubblico dell’Italia è uno dei più alti al mondo. Questo elevato debito pubblico viene recepito come un forte segnale di debolezza dell’economia italiana.
  • Bassa produttività ed un alto tasso di disoccupazione.
  • Crescita economica debole: l’economia italiana ha avuto una crescita molto debole negli ultimi anni.

  • Pandemie, come quella del Covid-19, mettono a dura prova il Paese, indebolendo la stabilità economica.

In sintesi, possiamo dire che uno Stato con una buona stabilità politica, un’economia forte e una politica monetaria vincente avrà la possibilità di ridurre lo spread, dato che lo spread viene influenzato da una combinazione di fattori economici, politici e monetari.

Perché lo spread si alza e si abbassa?

Lo spread può alzarsi e abbassarsi a seconda delle condizioni del mercato e delle circostanze che influenzano l’oggetto del confronto.

Lo spread aumenta quando la fiducia degli investitori sulla capacità del nostro paese di ripagare i debiti diminuisce: in questo caso, lo stato si trova costretto a offrire ai nuovi investitori interessi molto più alti di quelli del modello di riferimento, ossia la Germania.

l’Italia è tra gli Stati più indebitati al mondo, almeno per quanto riguarda il settore pubblico, con quasi 2.700 miliardi di euro di debito a fine 2021. Questo rende il Paese più sensibile e fragile ad ogni variazione internazionale.

Lo spread italiano dal 2008 ad oggi

Il valore dello spread italiano è stato influenzato da molti fattori economici e politici nel corso degli anni, tra cui la crisi finanziaria globale del 2008 e la crisi del debito sovrano dell’eurozona del 2011/2012.

Nel 2008, anno del fallimento della Lehman Brothers, il valore dello spread italiano era intorno ai 70 punti base.
Rimase abbastanza stabile oscillando ma senza mai raggiungere picchi alti per diversi anni. Fino a quando nell’ estate del 2011 durante la crisi del debito greco l’indice superò i 300 punti base.

Il governo italiano fu obbligato a correre al riparo e rientrare d’urgenza dalle vacanze estive per varare il famoso “decreto Ferragosto”, che non servì a molto; il valore dello spread continuò ad aumentare notevolmente, raggiungendo il massimo storico di 575 punti base. Fino a quando il 9 novembre 2011 Silvio Berlusconi salì al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni.

Il governo Berlusconi fu sostituito da Mario Monti con il quale lo spread si abbassò di poco.

Ad Aprile 2013, con l’elezioni del nuovo Governo Letta, lo Spread si stabilizzò tra i 250 ed i 200 punti base.
Nel 2014 con l’insediamento di Matteo Renzi, lo Spread scese notevolmente fino a toccare 129 punti base.

Fino al 2018 il valore dello Spread rimase invariato, durante questo anno però, dopo le ultime elezioni politiche e la nascita del governo giallo-verde (5stelle e Lega), iniziò a salire fino ai 270 punti base. Aumentò nuovamente nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19 e delle incertezze politiche.

Cosa succede se aumenta lo Spread

Le conseguenze del rialzo dello spread nell’economia portano a dei risvolti purtroppo poco convenienti per i contribuenti.
L’aumento dello spread ha come risultato l’incremento dei costi di finanziamento per il governo italiano, che si riflette in un aumento dei tassi di interesse sui prestiti.

Tutto ciò porta ad una crescita del debito pubblico e a maggiori difficoltà nel finanziare i servizi per i cittadini.
L’accesso al credito e agli acquisti a rate diventa più difficile e più costoso, quindi i cittadini hanno meno potere di acquisto e di conseguenza si crea una situazione di stallo dell’economia.

Un aspetto positivo, forse l’unico, è quello legato agli investimenti sui titoli di stato. Con l’aumento dello Spread il rendimento dei BTP aumenta, facendo guadagnare gli investitori che hanno investito in questi titoli.

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