Proprio in concomitanza con l’arresto ai domiciliari scattato nei confronti di Gianluca Jacobini, ex condirettore generale della banca popolare di Bari, accusato di concorso in bancarotta fraudolenta, è stato svelato il nuovo (e certamente doloroso) piano di ristrutturazione dell’istituto.
Il compito di presentarlo è toccato a Mediocredito centrale (Mcc), l’istituto pubblico che oggi detiene il 99% del capitale sociale e che è stato incaricato del difficile salvataggio della Popolare di Bari, ormai finita in bancarotta. In sostanza quasi un dipendente su tre è ora ufficialmente in esubero.
Obiettivo del suddetto piano, come illustrato dall’ ad Bernardo Mattarella, è infatti quello di recuperare l’efficienza organizzativa ed operativa, attraverso una riduzione dei costi che devono essere allineati alle migliori pratiche di mercato.
Tra le prime misure da adottare vi è la chiusura di ben 94 filiali non redditizie (il 28% sul totale) collocate un po’ in tutta Italia, cercando così di focalizzare la presenza della banca in aree storiche e maggiormente redditizie: ciò comporterà inevitabilmente una drastica riduzione del personale, quantificabile in un 25/30% dei dipendenti, attraverso il ricorso a vari strumenti di incentivo all’uscita.
Un’altro obiettivo che ci si è posti, consiste nella riduzione di circa il 27% dei costi amministrativi, da conseguire tramite rinegoziazioni con fornitori, razionalizzazione dei processi ed internalizzazione delle attività.